Parco d'Arte Vivente, La cultura dell'ibridazione (Andrea Fantino, ...Il video-documentario "Parco d'Arte Vivente, la cultura dell'ibridazione" si propone come una ricerca di genere antropologico sul Parco d'Arte Vivente di Torino e si articola su una struttura basata sull'idea del viaggio le cui tappe sono definite dai passaggi teorici. L'analisi dei concetti presentati dall'organico del PAV apre la strada a interviste che mostrano l'impossibilità di trovare un confine netto tra ciò che è umano e ciò che è naturale. La dicotomia cultura/natura è un costrutto culturale, un limite irrigidito dalla storia le cui radici sono da ricercare nella tendenza ad adottare una prospettiva antropocentrata. Le scoperte scientifiche hanno permesso di comprendere che l'uomo è un sistema aperto, non chiuso e autoreferenziale: l'identità umana si costruisce attraverso scambi con l'alterità, è il risultato di un'ibridazione continua. L'accettazione indiscussa della tendenza a riconoscersi come entità separata e autonoma ha guidato per secoli l'agire umano e può essere stata una delle cause dei cambiamenti climatici e della scomparsa della biodiversità, fino a diventare un pericolo per la sopravvivenza della stessa specie umana. Finché non si comprende che la separazione tra uomo e natura è una semplificazione cognitiva e non si accetta l'idea dell'interdipendenza dei sistemi facenti parte del "vivente", il rischio del collasso si avvicina inesorabilmente. "Il mondo non va usato bene, non va usato con parsimonia, non va usato con lungimiranza [...] il mondo non va usato, [...] é necessario [...] riconoscere dignità al non-umano[...]" (Marchesini, intervista del video). E' fondamentale cambiare il rapporto che intratteniamo con ciò che ci circonda perchè "[...] noi viviamo in un mondo molto culturalizzato [...] e non ci rendiamo conto che stiamo correndo un rischio molto forte" (Remotti, intervista del video), quindi dobbiamo fondare anche l'urbanizzazione su altri presupposti. Se l'obbiettivo occidentale è quello di "irregimentare il mondo e metterlo sotto una cupola" (Gilardi, intervista del video), il Parco d'Arte Vivente di Torino si propone come motore di cambiamento culturale. L'architettura del parco richiama esplicitamente l'indefinitezza, la fluidità, smaschera il fallimento della tentata separazione dell'uomo dall'ambiente. Attraverso i laboratori, "che sono il cuore del parco [...] il parco diventa un punto di resistenza contro dei meccanismi di lunghissima scadenza" (Gilardi, intervento del 13 marzo 2008, Torino Share Festival). Il Parco d'Arte Vivente è un punto di incontro tra saperi diversi e apparentemente distanti e nel video-documanterio le discipline si ibridano lungo tutto il percorso teorico alla ricerca di significati in grado di affrontare problematiche estremamente attuali. realizzato da : Andrea Fantino, Dario Magnani Animazione : Francesca Piantella Musica e Suoni : Alberto Alassio, Daniele Sciolla intervistati : Michel Blazy, Gianluca Cosmacini, Piero Gilardi, Roberto Marchesini, Francesco Remotti, Jun Takita, Franco Torriani, Gaia Bindi Video realizzato per il laboratorio di video-etnografico dellUniversità degli Studi di Torino con lausilio della docente di Antropologia Visiva Cecilia Pennacini e del responsabile del laboratorio Paolo Favaro Proiettato al CINEMAMBIENTE - Edizione 2008 Panorama - Ambient/azioni code pour embarquer la vidéo : >>> http://www.youtube.com/embed/zQll8ADixjs <<< |